"Il tradimento [...] si trova sempre sulla nostra strada, e non solo per annientarci: se il tradimento destabilizza, è perché qualcosa si ricrei. Al tradimento siamo da sempre gettati. Il rinnovarsi del miracolo di un Io che scopre se stesso [...] è possibile solo se e quando si apre una breccia nella linearità del suo tempo e nella quotidianità delle sue credenze: l'uomo ha bisogno di trascendere il proprio limite per scoprire nuove regioni di se stesso. Freud, Jung, insieme a Galileo, Bacone, Abelardo o Nietzsche, perpetrarono il grande tradimento delle regole culturali del loro tempo, furono i trasgressori di un sistema chiuso del sapere che non consentiva loro più alcuna possibilità di scommessa con se stessi e soprattutto di scoperta di nuovi assetti dei mondi sconosciuti in cui l'uomo è calato. Essi pagarono questa temerarietà spavalda col diventare a loro volta oggetti di tradimento, ma la storia e la loro fede li hanno largamente ricompensati. Il tradimento è in questo senso una negazione di ciò che esiste affinché non si cristallizzi, perdendo vita e senso.[...] E' una legge della psiche. Nella logica del tradimento si esprime il daimon creatore dell'uomo, la sua ansia di libertà e di individuazione.
Certo tradire equivale anche a dare la morte, significa tradirsi in ciò che prima costituiva la propria pienezza e sicurezza.
[...]
Se l'uomo fosse libero, non avrebbe bisogno di tradire; eppure è altrettanto vero che se l'uomo non fosse libero, non potrebbe tradire. Il tradimento è una rivolta: ogni rivoluzione s'iscrive nell'orbita del tradimento, è tradimento ogni opera d'arte che rompa un circuito obsoleto della conoscenza, è tradimento ogni nuova scoperta, è tradimento ogni originale movimento intellettuale."
Aldo Carotenuto, Amare tradire, Milano 1991, Bompiani, pp. 218-220
2 commenti:
Bene.
Carotenuto fà del Tradimento una costante nella storia dell'umanità.
Tradimento non solo come mezzo per un fine, (personale o di massa) ma elevato a rivoluzione culturale.
In questo si può concordare o meno,
la riflessione che suscita però, è che: Se il Tradimento stà all'umanità, come la Vita stà alla Morte, la sua espressione nelle azioni o forme possibili...NON deve e NON può scandalizzare.
In presenza di un Tradimento, questa è una discrimine fondamentale per l'impatto su chi ne subisce "L'urto."
Significa che il Suo verificarsi non lo sorprenderà, perchè la possibilità che ciò accada "è" connaturata all'esistenza stessa.
E' possibile quindi ridurre i danni, almeno quelli psicologici??
(che poi individualmente sono devastanti) Ed è possibile allora
un nuovo inizio dopo un Tradimento?
Mio Dio!
Sono spaventato da ciò che ho scritto, disquisire anche senza premeditazione, con i concetti di Carotenuto...è da folle!
Ti giuro che sono astemio!
Ma i tuoi ultimi post sul Tradimento, proprio non volevo lasciarli senza commento.
E allora prendi pure queste mie parole, per ciò che in realtà sono: Parole in libertà!
Abbraccio!
Monteamaro, per me Carotenuto è una recentissima (e grandissima) scoperta, molto lo devo ancora scoprire e metabolizzare, ma, per quel poco che fino ad ora credo di avere capito, ritengo che la cosa non sia così semplice. Innanzi tutto non credo che intendesse dare una connotazione morale al tradimento, e poi non è semplicemente un contrapporre la Vita alla Morte: il Tradimento è insieme Vita e Morte, perché solo morendo si può rinascere, ma anche perché per rinascere bisogna uccidere ciò che è preesistente.
Operazione sempre dolorosissima, ma che prepara alla piena consapevolezza.
Ridurre i danni individuali.... credo che dipenda dal prezzo che si è disposti a pagare in termini di accettare la realtà e se stessi...
anche le mie, però, sono solo parole in libertà ;-)
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