domenica 25 aprile 2010

La poesia di una domenica di liberazione (e resistenza)

Erica Jong 

La schiava migliore
non ha bisogno d’esser picchiata.
Si picchia da sè.
Non con una frusta di cuoio,
o con bastoni e verghe,
non con un randello
o con un manganello,
ma con la frusta fine
della sua stessa lingua
e il battere sottile
della sua mente
contro la sua mente.
Chi può infatti nutrire per lei metà
dell’odio che nutre essa stessa?
e chi può eguagliare la finezza
degli insulti che si rivolge?
Anni di allenamento
occorrono per questo.
Venti anni
di auto-indulgenza
e negazione di sè;
finchè il soggetto si ritiene una regina
e pure una mendicante-
le due cose allo stesso tempo.
Deve dubitare di sè
in tutto fuorchè l’amore.
Deve scegliere appassionatamente
e malamente.
Deve sentirsi perduta come un cane
senza il padrone.
Deve riferire tutte le questioni morali
al proprio specchio.
Deve innamorarsi di un cosacco
o di un poeta.
Non deve mai uscire di casa
se non celata sotto il trucco.
Deve portare scarpe strette
perchè sempre ricordi di essere schiava.
Non deve dimenticare
che è radicata nel terreno.
Benchè sia svelta nell’apprendere
e riconosciuta intelligente
il dubbio che istintivamente ha di sè
la deve rendere così debole
che si applica brillantemente
a mezza dozzina di opere d’ingegno
e così abbellisce
ma non cambia
la nostra vita.
Se è un’artista
e quasi quasi è un genio,
il fatto stesso d’avere questo dono
deve riuscirle così penoso
che si toglie la vita
piuttosto che vincerci.
E dopo la sua morte, piangeremo
e ne faremo una santa.

 Alcesti al circuito della poesia, 1973

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Alcestis on the Poetry Circuit

(In Memoriam Marina Tsvetayeva, Anna Wickham, Sylvia Plath, Shakespeare's sister, etc., etc.)

The best slave
does not need to be beaten.
She beats herself.

Not with a leather whip,
or with stick or twigs,
not with a blackjack
or a billyclub,
but with the fine whip
of her own tongue
& the subtle beating
of her mind
against her mind.

For who can hate her half so well
as she hates herself?
& who can match the finesse
of her self-abuse?

Years of training
are required for this.
Twenty years
of subtle self-indulgence,
self-denial;
until the subject
thinks herself a queen
& yet a beggar --
both at the same time.
She must doubt herself
in everything but love.

She must choose passionately
& badly.
She must feel lost as a dog
without her master.
She must refer all moral questions
to her mirror.
She must fall in love with a cossack
or a poet.

She must never go out of the house
unless veiled in paint.
She must wear tight shoes
so she always remembers her bondage.
She must never forget
she is rooted in the ground.

Though she is quick to learn
& admittedly clever,
her natural doubt of herself
should make her so weak
that she dabbles brilliantly
in half a dozen talents
& thus embellishes
but does not change
our life.

If she's an artist
& comes close to genius,
the very fact of her gift
should cause her such pain
that she will take her own life
rather than best us.

& after she dies, we will cry
& make her a saint.

venerdì 16 aprile 2010

Ti restituisco il cuore

Per una strana serie di coincidenze negli ultimi mesi mi sono trovata ad affrontare (solo nella teoria e non nella realtà!) il tema del tradimento, di cui sto scoprendo inaspettate e stratificate implicazioni. Questa complessità mi affascina e ho deciso di farne un argomento del blog.
Inizio ad affrontarlo con una poesia di Anne Sexton, vedrò poi come proseguire l'esplorazione.

Anne Sexton

...Al mio amante che torna da sua moglie

Lei è tutta là.
Per te con maestria fu fusa e fu colata,
per te forgiata fin dalla tua infanzia,
con le tue cento biglie predilette fu costrutta.

Lei è sempre stata là, mio caro.
Infatti è deliziosa.
Fuochi d’artificio in un febbraio uggioso
e concreta come pentola di ghisa.

Diciamocelo, sono stata di passaggio.
Un lusso. Una scialuppa rosso fuoco nella cala.
Mi svolazzano i capelli dal finestrino.
Son fumo, cozze fuori stagione.

Lei è molto di più. Lei ti è dovuta,
t’incrementa le crescite usuali e tropicali.
Questo non è un esperimento. Lei è tutta armonia.
S’occupa lei dei remi e degli scalmi del canotto,

ha messo fiorellini sul davanzale a colazione,
s’è seduta a tornire stoviglie a mezzogiorno,
ha esposto tre bambini al plenilunio,
tre puttini disegnati da Michelangelo,

l’ha fatto a gambe spalancate
nei mesi faticosi alla cappella.
Se dai un’occhiata, i bambini sono lassù
sospesi alla volta come delicati palloncini.

Lei li ha anche portati a nanna dopo cena,
e loro tutt’e tre a testa bassa,
piccati sulle gambette, lamentosi e riluttanti,
e la sua faccia avvampa neniando il loro
poco sonno.

Ti restituisco il cuore.
Ti do libero accesso:

al fusibile che in lei rabbiosamente pulsa,
alla cagna che in lei tramesta nella sozzura,
e alla sua ferita sepolta
- alla sepoltura viva della sua piccola ferita rossa -

al pallido bagliore tremolante sotto le costole,
al marinaio sbronzo in aspettativa nel polso
sinistro,
alle sue ginocchia materne, alle calze,
alla giarrettiera – per il richiamo -

lo strano richiamo
quando annaspi tra braccia e poppe
e dai uno strattone al suo nastro arancione
rispondendo al richiamo, lo strano richiamo.

Lei è così nuda, è unica.
È la somma di te e dei tuoi sogni.
Montala come un monumento, gradino per gradino.
lei è solida.

Quanto a me, io sono un acquerello.
Mi dissolvo.


For My Lover, Returning to His Wife

She is all there.
She was melted carefully down for you
and cast up from your childhood,
cast up from your one hundred favorite aggies.

She has always been there, my darling.
She is, in fact, exquisite.
Fireworks in the dull middle of February
and as real as a cast-iron pot.

Let's face it, I have been momentary.
vA luxury. A bright red sloop in the harbor.
My hair rising like smoke from the car window.
Littleneck clams out of season.

She is more than that. She is your have to have,
has grown you your practical your tropical growth.
This is not an experiment. She is all harmony.
She sees to oars and oarlocks for the dinghy,

has placed wild flowers at the window at breakfast,
sat by the potter's wheel at midday,
set forth three children under the moon,
three cherubs drawn by Michelangelo,

done this with her legs spread out
in the terrible months in the chapel.
If you glance up, the children are there
like delicate balloons resting on the ceiling.

She has also carried each one down the hall
after supper, their heads privately bent,
two legs protesting, person to person,
her face flushed with a song and their little sleep.

I give you back your heart.
I give you permission --

for the fuse inside her, throbbing
angrily in the dirt, for the bitch in her
and the burying of her wound --
for the burying of her small red wound alive --

for the pale flickering flare under her ribs,
for the drunken sailor who waits in her left pulse,
for the mother's knee, for the stocking,
for the garter belt, for the call --

the curious call
when you will burrow in arms and breasts
and tug at the orange ribbon in her hair
and answer the call, the curious call.

She is so naked and singular
She is the sum of yourself and your dream.
Climb her like a monument, step after step.
She is solid.

As for me, I am a watercolor.
I wash off.

lunedì 12 aprile 2010

sabato 10 aprile 2010

Mi piace la crudeltà di aprile

Grazie a Marina apprendo dell'iniziativa di Sogni e bisogni e partecipo anch'io!



Anne Sexton
La ballata della masturbatrice solitaria

La fine della tresca è sempre morte.
Lei è la mia bottega. Viscido occhio,
sfuggito alla tribù di me stessa
l'ansimo non ti ritrova. Fo orrore
a chi mi sta a guardare. Che banchetto!
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Dito dopo dito, eccola, è mia.
E lei il mio rendez-vu. Non è lontana.
La batacchio come una campana. Mi chino
Nel boudoir dove eri solito montarla.
M'hai preso a nolo sul fiorito copriletto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Metti ad esempio, stanotte, amor mio,
che ogni coppia s'accoppia
rivoltolandosi, di sopra, di sotto,
in ginocchio s'affronta spingendo
su spugna e piume l'abbondante duetto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Così evado dal corpo,
un miracolo irritante. Come posso
mettere in mostra il mercato dei sogni?
Son sparpagliata. Mi crocefiggo.
Mia piccola prugna è quel che m'hai detto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Poi venne lei, la rivale occhi neri.
Signora dell'acqua si staglia sulla spiaggia,
con un pianoforte in punta di dita,
parole flautate e pudore su labbra.
Mentre io, gambe a X, sembro lo scopetto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Lei ti prese come una donna prende
Un vestito a saldo dall'attaccapanni,
e io mi spezzai come si spezza un sasso.
Ti rendo i libri e la roba da pesca.
Ti sei sposato, il giornale l'ha detto.
Di notte, da sola, mi sposo col letto.

Ragazzi e ragazze son tutt'uno stanotte.
Sbottonan camicette, calano cerniere,
si levan le scarpe, spengono la luce.
Le creature raggianti sono piene di bugie.
Si mangiano a vicenda. Che gran banchetto!
Di notte, da sola, mi sposo col letto.


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Lisa Glatt
Quando vado in bianco

Quando vado in bianco
troppo a lungo
le mie poesie
come me
non vengono
e ci vuole un certo
quantitativo di nudo, morte, cipolle,
o malattie
per indurmi a
una poesia
e giovedì sera
un uomo del tutto improbabile
ha fatto proprio questo; mi ha indotto
a uscire dal bar dei poeti per entrare
nel suo salotto, a uscire dalla
mia gonna e dagli stivali neri per entrare
nelle sue lenzuola, nel lavandino e nei suoi Levis ed ora
è già domenica sera
e non ha ancora chiamato.
Entro lunedì lo odierò
ed esaurirò la vena
e se nessuno muore o s’ammala
le poesie finiranno
ma oggi
ne ho già scritte quattro.
Woow, che uomo!

martedì 6 aprile 2010

Eureka: soluzione (parziale) del problema tecnico: posso commentare!

Il mio ormai storico problema di non riuscire a postare commenti su alcuni blog ha avuto un'evoluzione e anche un (quasi) lieto fine.
Girovagando sul forum dell'assistenza di blogger ho innanzi tutto scoperto di non essere l'unica in questa situazione (mal comune mezzo gaudio!), ho unito la mia segnalazione alle altre e finalmente ho ricevuto  la seguente risposta, che riporto integralmente:
"Il visitatore del blog può naturalmente solo provare a superare l'inconveniente utilizzando un altro browser.
il proprietario del blog se a conoscenza del problema,spesso è possibile anche avvisarlo tramite la mail del profilo,può intervenire sia come indicavo prima modificando il tipo di apertura del modulo commenti o eliminando il codice di controllo,sia cercando di individuare direttamente la causa del problema che nella maggior parte dei casi ha origine dal contenuto o dalla posizione di un gadget nel blog." (sic!)
 
Insomma, c'è incompatibilità tra il modello di blogger di apertura dei commenti in fondo al post e il browser Firefox che io utilizzo per navigare.
La soluzione: o convinco il proprietario del blog a cambiare le impostazioni dei commenti al suo blog o io uso un altro browser quando voglio postare commenti su quei blog.
Nessuna delle due soluzioni è ottimale:  la prima è più virtuale che reale, perché dovrei ogni volta scrivere al proprietario del blog (sempre che abbia la e-mail visibile), spiegargli tutta la problematica, chiedergli di modificare le impostazioni del blog, sperare che sia disponibile a farlo, aspettare che lo faccia e me lo confermi, e quindi, finalmente, scrivere il mio commento (che nel frattempo ho sicuramente dimenticato....).
Mi resta quindi da percorrere solo la seconda strada, che però mi obbliga a installare un secondo browser, da aprire ogni volta che mi viene lo sghiribizzo di commentare monteamaro o qualcuno che ha quel tipo di impostazioni. Non è comodissimo, però cosa non si farebbe per superare l'afasia coatta?
Detto fatto! ho già fatto la prova: ho (temporaneamente) abbandonato Firefox e ho commentato un post di monteamaro con successo!

Però....accidenti.... Firefox è uno dei browser più diffusi e utilizzati per navigare, possibile che Blogger non riesca a trovare un modo di rendergli accessibile il modulo dei commenti....?

lunedì 5 aprile 2010

E parleremo malissimo di noi

Il ritmo tranquillo e rilassato delle giornate di festa mi ha inconsciamente indotto a fare bilanci e (mai niente accade per caso!) ho ripescato nella memoria e nella rete una poesia di Francesca Pellegrino cui sono molto affezionata per due motivi: perché è quella che mi ha fatto scoprire questa poetessa e perché mi ha indirettamente costretto a fare i conti con una verità che non volevo ammettere. Gran bella poesia:

Francesca Pellegrino
 
Un diamante è per sempre
 
Il primo è sempre un bacio venuto benissimo.
Quello dopo, sembra addirittura meglio e
poi le mani che non scollano più i visi.
Intanto, non diciamocelo nemmeno
che lo sai e che lo so
ci saranno certo cose rotte a metà
le foto come i figli.
E parleremo malissimo di noi
sputandoci addosso il paradiso
che ci aveva ubriacati.
Eppure, adesso, mi riempi il bicchiere
e me lo dici con i fiori
quasi quasi ci credo
che mai, che mai mi lascerai.
E che io mai, che mai ti lascerò

Tradurre è un po' tradire

Anche se l'originale è ineguagliabile, non importa: adesso che l'ho trovata (su Sagarana),  voglio comunque postare la traduzione di Bloody Men di Wendy Cope, che continua a stupirmi ogni volta che la leggo:


Quei fetenti degli uomini

Sono come quei fetenti degli autobus -
li aspetti per circa un anno
e quando alla fine compare un bus
eccone altri due o tre che sbucano.
Mettono la freccia, guardi il lampeggio,
cerchi di leggere la destinazione.
Loro ti offrono un passaggio,
ma tu non hai molto tempo per la decisione.
Se commetti un errore, non puoi far dietrofront.
Salta giù, e starai là a fissare
le macchine e i taxi e i camion,
e i minuti, le ore, i giorni passare.

(Tratto da Men/Uomini - ritratti maschili nella poesia femminile contemporanea, a cura di Giorgia Sensi e Andrea Sirotti, Casa Editrice Le Lettere, Firenze, 2004.)
 


domenica 4 aprile 2010

La mia sorpresa di Pasqua

Ero convinta di avere raggiunto un'età in cui le uova di Pasqua non  si ricevono più, ma si regalano soltanto: alle mie figlie, ai miei nipotini, ai miei anziani genitori ridiventati un po' bambini. Peccato, per me niente più sorprese, ormai....
Invece....
Stamattina ho ricevuto una e-mail con sorpresa, che mi ha fatto doppiamente piacere: per il gesto e per il contenuto. Il mittente era Maria Paola Bartocci, traduttrice di Wendy Cope, che ho conosciuto (per ora solo "virtualmente") grazie a questo blog, con la quale continuo ogni tanto a scambiare piacevoli e-mail.

La trascrivo integralmente (compresa ovviamente la sorpresa!) perché, insieme al post odierno di Caterina Comi, ha contribuito a dare alla mia festa di oggi un sapore nuovo e diverso. Mi ha fatto riflettere su come, più della vuota esteriorità dei gesti e delle cose, siano  le persone e i legami affettivi che con loro si stringono a dare significato e valore alla nostra vita, soprattutto nei giorni delle feste, in cui molte delle nostre attività sono ritualizzate.


DA: Maria Paola Bartocci
A: lucida follia

OGGETTO: Email con sorpresa!

Ciao R,
è la mattina di Pasqua, chissà se hai delle uova da aprire... immagina
metaforicamente che questa email sia un uovo e la sorpresa che nasconde è
la poesia che trovi in allegato. L'ho scritta parecchi anni fa, ed è tra
le pochissime cose che sia mai stata pubblicata. Spero che ti piaccia.
Naturalmente, se vuoi, puoi metterla nel blog... ma chissà se la troverai
all'altezza...
Di nuovo Auguri e a presto,
Paola


ALLEGATO:

alle poesie che amo
                                                                                                                     
Mi piace una poesia se...

se ha un suo respiro come un essere vivente
se mi dice "Sta' zitta! Adesso parlo io!"
se mi ipnotizza e non posso staccarle gli occhi di dosso fino all'ultimo verso
se mi fa vedere i dettagli come al microscopio elettronico
se cancella via tutto il resto come gesso dalla lavagna
se filtra i significati come raggi di sole in una lente
se quel raggio semantico concentrato non brucia il foglio ma lo illumina
se dice il massimo col minimo
se mi fa scandire il tempo come un rap senza la musica
se dice la verità in modo semplice
se sa mentire in modo convincente
se dice qualcosa che nessuno ha mai detto prima
se ripete qualcosa di già detto, ma mai completamente, come un'eco
se mi fa ridere, pensare, piangere o arrabbiare e comunque non mi lascia indifferente
se non devo cercare nel vocabolario più di una parola ogni dieci
se come i raggi X mi fa vedere dentro le cose
se quando arrivo in fondo ho voglia di rileggerla da capo
se ogni volta che la rileggo mi dice la stessa cosa ma anche qualcosa in più
se non puoi togliere nulla altrimenti crolla come un castello di carte
se ogni parola pausa punto virgola ha il suo posto come il pezzo di un puzzle
se si lega nel ritmo e nella forma per amore dell'ordine
se si scioglie nel ritmo e nella forma per amore della libertà
se come uno specchio esiste per tutti ma quando ci guardo dentro riflette proprio me
se è come la puntura di un insetto: lì per lì non la senti, ma poi brucia e si gonfia sottopelle
se colora i miei pensieri come un tatuaggio indelebile
se urla la rabbia e il dolore senza alzare troppo la voce
se è un proiettile sparato al silenziatore: ti esplode dentro senza far rumore
se è come un caleidoscopio che mi regala immagini nuove
se sa espandere un atomo in universo e contrarre l'universo in un atomo
se osa far dire alle parole ciò che vogliono dire, non ciò che vogliamo noi
se osa far dire alle parole ciò che vogliamo noi, non ciò che vogliono dire
se osa contraddire tutto, soprattutto se stessa
se è come una fisarmonica che si allunga e si accorcia al ritmo della sua stessa musica
se il tempo che mi ruba per leggerla poi me lo restituisce con gli interessi
se un'idea affilata scatta su a sorpresa come la lama di un coltello a serramanico
se mentre la leggo penso "Vorrei averla scritta io"
se non ha niente da dire però lo dice bene
se brilla come un diamante nella miniera del silenzio
se come un tritacarne sa amalgamare nei versi ogni tipo di parola, cosa, emozione
se al contatto delle labbra prende vita come una bolla di sapone
se cerca di entrare nei miei occhi come un filo nella cruna di un ago
se non ha paura del vecchio né dell'ovvio, solo della stupidità
se conosce le regole e sa quando violarle
se una volta letta mi si attacca addosso come un'ombra
se ribattezza le cose come un nuovo Adamo
se come Eva cede alla tentazione del reale
se sa toccare il fango senza sporcarsi e l'immenso senza annegarci dentro
se ama le cose ma vive di parole
se realizza almeno uno di questi versi
se non ne realizza nessuno e mi costringe a inventarne di nuovi

             
                                                                                         Perugia, 27 Settembre 1995
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Felice Pasqua a tutti coloro che, intenzionalmente o casualmente, capitano da queste parti!

sabato 3 aprile 2010

La poesia di un sabato di passione

Mi piacciono tutte le poesie di Francesca Pellegrino,  mi piace soprattutto il modo evocativo in cui Francesca usa le parole quotidiane e le fa diventare poetiche.
Una poesia mi ha colpito più di tutte, perché leggendola l'ho sentita "mia", perché le sensazioni che rappresenta sono anche le mie,  solo che non le so esprimere altrettanto poeticamente. Ho anche tentato di lasciare un commento, ma (vecchia storia!) non ci sono riuscita. E allora la propongo qui:

Francesca Pellegrino

E' quasi ora 
Ci sarà un tempo anche noi.
Intanto riordino la cucina
quasi quasi lavo anche i piatti.
Poi, doccia, crema,
un po’ di cielo sugli occhi
e indosso il vestito
quello cui ho tolto le pieghe
con tutta la cura che potevo.
E cercherò di fare prima
di ogni possibile. Prima.
Tu, non dimenticare i pomodori
e i comodini. Ci sarà il tempo
anche per noi. E forse è già adesso.

per AnnA