Oggi sono debitrice a Daniel Pennac, intervistato da Leonetta Bentivoglio ne "La Repubblica", di questa riflessione, che affronta da un punto di vista diverso, in un certo qual modo meno tragico, il tema dell'irreversibilità dell'essere madre (o padre):
"Certi libri sono come figli. Quando ti nasce un bambino sai di aver vissuto prima che lui esistesse, ma dopo cinque minuti che è venuto al mondo hai l'impressione che ti stia accanto dall'eternità, fuso con la tua vita. Così quel capolavoro abita in me da sempre"
Natale ferroviario
9 ore fa
1 commento:
Rifletto sulla tua riflessione: Tutto ciò che amiamo lo "sentiamo" nostro da sempre e per l'eternità.
Ma se maternità /paternità, fa veramente rima con eternità, forse, ogni altra cosa, seppur molto amata, fa rima con relatività. (ed è un bene per noi).
Notte bella!
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