giovedì 28 gennaio 2010

La maternità con gli occhi di un figlio

In te sono stato albume, uovo, pesce,
le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.
In te sono passato da cellula a scheletro
un milione di volte mi sono ingrandito,
fuori di te l’accrescimento è stato immensamente meno.
Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.
Sono venuto nudo, mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore
il latte e la sua assenza.
Mi hai messo in bocca tutte le parole
a cucchiaini, tranne una: mamma.
Quella l’inventa il figlio sbattendo le due labbra
quella l’insegna il figlio.
Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.
Ti ho dato aiuto a vomitare, a friggere le pizze,
a scrivere una lettera, ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate, ti ho versato il vino
e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione
non ancora,
da te ho imparato il lutto e l’ora di finirlo,
a tuo padre somiglio, a tuo fratello,
non sono stato figlio.
Da te ho preso gli occhi chiari
non il loro peso,
a te ho nascosto tutto.
Ho promesso di bruciare il tuo corpo
di non darlo alla terra. Ti darò al fuoco
fratello del vulcano che ci orientava il sonno.
Ti spargerò nell’aria dopo l’acquazzone
all’ora dell’arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.

Erri De Luca, Il contrario di uno

La poesia con cui si apre Il contrario di uno mi ha colpito molto perché nella frase
Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota perché il vuoto
l’ho portato con me.
coglie esattamente il mio "sentire" di essere madre. Infatti da quando sono diventata mamma  ho sempre la sensazione (in genere piacevole e appagante, talvolta invece fastidiosa) di essere "piena": di sentimenti, sensazioni, idee, energia, paure, ansie, curiosità, impegni...
Il problema sorge quando, ogni tanto, questa "pienezza" non riesco più a contenerla, e allora straripa, spesso in maniera convulsa o violenta.

1 commento:

monteamaro ha detto...

Riconoscersi nelle "parole" degli altri, ci aiuta a vedere aspetti di noi che, non sappiamo o, non pensiamo di avere.
Sentimenti come, rabbia, amore, speranza, rassegnazione, fratellanza, a volte odio, diventano nostri e li coccoliamo facendoli crescere come parte di un comune "sentire."
Raffiguri poi, perfettamente quel senso di pienezza, nell'essere mamma...a noi maschietti è vietato, (anche noi abbiamo un ruolo impostoci dal "comune sentire" l'essere padre) ma è bello sapere che ogni mamma regali qualità umane così rassicuranti.
Anche se a volte...straripano!
Abbracci.