domenica 26 giugno 2011

Una vita di piccole cose

 "....tu non capisci che... nessuno capisce che quando una donna fa la scelta di sposarsi e avere dei figli, in un certo senso la sua vita comincia, ma, in un altro senso, si ferma. Ti costruisci una vita di piccole cose, e ti fermi, e resti, resti lì, solida, perché i tuoi figli possano andarsene... e quando se ne vanno si portano via la tua vita fatta di piccole cose e a quel punto dovresti ricominciare a vivere, ma... ma  non ti ricordi nemmeno più come si fa, perché è tanto tempo che nessuno ti chiede più niente, inclusa te stessa..."
Francesca (Meryl Streep) a Richard (Clint Eastwood)
 
 

In questi giorni ho (ri)visto I ponti di Madison County e mi sono (ri)commossa mentre (ri)guardavo la storia d''amore tra Richard e Francesca e alla fine mi sono chiesta se io, al posto di Francesca, avrei rinunciato come lei a mollare tutto, marito, figli, fattoria isolata,  e a seguire Richard, ovvero amore, avventura, vita nuova. Non sono riuscita a darmi una risposta, ma l'interrogativo ha scatenato una moltitudine di riflessioni.

Mi è tornato in mente una lettura di qualche tempo fa, il libro di Iaia Caputo Di cosa parlano le donne quando parlano d'amore, che, appunto, mediante esempi letterari e cinematografici sostiene la tesi di fondo che per le donne il grande amore fornisce un pretesto per evadere dalla vita ristretta e limitata che le regole sociale hanno loro imposto. E quanto è giusto rinunciare ad una parte di sé?


5 commenti:

silvia ha detto...

il libro i ponti di madison è molto più bello del film. il personaggio maschile era incantevole.
nel film invece trovo che la meryl sia azzeccata ma il clint sia trooooppo vecchio, soprattutto dopo aver letto il libro e averlo immaginato ... non dico un ragazzo, ma nemmeno un settantenne, dài!

.. la domanda che ti lascia la vicenda è una di quelle domande alle quali è impossibile dare una risposta!

Artemisia ha detto...

Non ho visto il film (mi incuriosisce e lo cercherò) nè letto il libro.
Dalla frase che citi però posso dire la mia esperienza. Io credo che sia un pericolo che corrono tutte le madri di famiglia quello di "annullarsi" per perseguire un compito arduo (spcialmente se continuano a lavorare). Invece penso che bisogna lottare sin dal primo giorno in cui ci troviamo un pargoletto fra le mani per ritargliarsi spazi per se stesse, prima piccoli e insignificanti, poi sempre più grandi. Proprio per non trovarsi dopo anni con i figli che giustamente ci mandano a quel paese e noi come bischere a non saper ricostruire i nostri interessi.
E' dura, ma ce lo dobbiamo.

lucida follia ha detto...

grazie per i vostri commenti e scusate se rispondo solo adesso; mi sono presa un paio di proficue settimane di vacanza dal lavoro, dalla routine e anche da Internet.

@silvia, non ho letto il libro, ma anch'io, vedendo il film, in alcuni momenti sono stata "disturbata" dall'età troppo avanzata del protagonista maschile. Nonostante la bravura di Clint Eastwood come attore e la magia del trucco, in alcuni momenti il personaggio perde sicuramente credibilità nell'essere interpretato da un settantenne.

@Artemisia: concordo con te sul fatto che anche da mamme bisogna mantenere almeno in parte i propri spazi e i propri interessi. Trovo ingiusto e anche immorale che per farlo si debba pagare un prezzo spesso troppo elevato a livello individuale (conciliare stanca!), nel disinteresse quasi completo della politica e delle istituzioni, che potrebbero fare qualcosa a livello sociale per alleggerire il carico di responsabilità e di lavoro delle donne.
Sebbene abbia sempre cercato di mantenere almeno in piccola parte un po' di tempo per i miei interessi, ho comunque dovuto dedicare molto del mio tempo per le "piccole cose" di cui parla Francesca. L'ho fatto volentieri, ma capisco e condivido il vuoto e lo smarrimento di cui parla Francesca nel film.

Artemisia ha detto...

Hai ragione ma purtroppo non si può aspettare la politica e le istituzioni. La vita scorre veloce e si fa quel che si può, con tutta la stanchezza annessa e connessa. Meglio una casa un po' più sporca e qualche pagina in più di un libro. Tanto per dire.

Alchemilla ha detto...

Molto interessante questa descrizione.
Concordo con Artemisia. Case sporche, panni spiegazzati, cucinare con il mantra "o mangi questa minestra..." e tempo in più per leggere! (o scrivere, o passeggiare, o studiare, o dipingere, o cantare,o....)