Cammino lungo un sentiero
che non ha base.
Cado nel vuoto
e il respiro rimane impigliato,
aggrappato sull'orlo di niente.
Queste accecanti tenebre
invadono un etereo nulla
e un rivo strozzato
incespica nel fango delle lapidi.
Aspro è il sorriso,
tetra la luce degli specchi,
ruvida la voce arsa dal freddo,
dal gelo di artigli adunchi.
Le grida di un falco
acute trafiggono gl'irti fili d'erba.
Graffiante è l'eco che scala
un invadente colle familiare,
e si deforma in uno spasimo
la nuvola che avvolge.
Si desta ancora la casa del dolore.
che non ha base.
Cado nel vuoto
e il respiro rimane impigliato,
aggrappato sull'orlo di niente.
Queste accecanti tenebre
invadono un etereo nulla
e un rivo strozzato
incespica nel fango delle lapidi.
Aspro è il sorriso,
tetra la luce degli specchi,
ruvida la voce arsa dal freddo,
dal gelo di artigli adunchi.
Le grida di un falco
acute trafiggono gl'irti fili d'erba.
Graffiante è l'eco che scala
un invadente colle familiare,
e si deforma in uno spasimo
la nuvola che avvolge.
Si desta ancora la casa del dolore.
Kalindi Achala, 9 febbraio 1922
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