Anche se l'originale è ineguagliabile, non importa: adesso che l'ho trovata (su Sagarana), voglio comunque postare la traduzione di Bloody Men di Wendy Cope, che continua a stupirmi ogni volta che la leggo:
Quei fetenti degli uomini
Sono come quei fetenti degli autobus -
li aspetti per circa un anno
e quando alla fine compare un bus
eccone altri due o tre che sbucano.
Sono come quei fetenti degli autobus -
li aspetti per circa un anno
e quando alla fine compare un bus
eccone altri due o tre che sbucano.
Mettono la freccia, guardi il lampeggio,
cerchi di leggere la destinazione.
Loro ti offrono un passaggio,
ma tu non hai molto tempo per la decisione.
cerchi di leggere la destinazione.
Loro ti offrono un passaggio,
ma tu non hai molto tempo per la decisione.
Se commetti un errore, non puoi far dietrofront.
Salta giù, e starai là a fissare
le macchine e i taxi e i camion,
e i minuti, le ore, i giorni passare.
Salta giù, e starai là a fissare
le macchine e i taxi e i camion,
e i minuti, le ore, i giorni passare.
(Tratto da Men/Uomini - ritratti maschili nella poesia femminile contemporanea, a cura di Giorgia Sensi e Andrea Sirotti, Casa Editrice Le Lettere, Firenze, 2004.)
1 commento:
una miniera, sei una miniera!
marina
Posta un commento