domenica 19 dicembre 2010

La poesia di una fredda domenica prenatalizia

Da sempre vivo in modo ambivalente l'atmosfera delle feste natalizie: non ne sopporto la confusione, la corsa consumistica e il caos che ne deriva, gli obblighi familiari e sociali che impongono, le ore perse nel traffico, l'isteria collettiva. Mi piace invece la cesura con la quotidianità e la routine, mi piace la riflessione su temi importanti che comunque affiorano, anche tra un cenone e una tombola,  mi piace moltissimo avere più tempo a disposizione per me, le mie figlie, le persone cui voglio bene.

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare.
 
Giuseppe Ungaretti

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Cultura per bambini

Quando trionfava la psicanalisi, l'infanzia era un pozzo di conflitti, ma oggi la tendenza generale a rendere puerile tutto è la scorciatoia democratica verso la felicità di massa. Mai come in questi anni sono stati pubblicati tanti libri di psicologia riguardanti la regressione all'infanzia, né si sono registrati tanti fenomeni di giovani che rifiutano di diventare adulti. La mancanza di impegno politico, la sostituzione della critica sociale con il "conservatorismo compassionevole", la trasformazione dei riti religiosi in feste canore, il successo di libri che usano il linguaggio delle fiabe, la massima audience di programmi con un livello da scuola media, il successo presso ogni fascia di età di film adatti ai pargoli, il ritorno dei supereroi dei fumetti, l'aumento fra le donne e gli uomini del consumo di dolciumi, zaini, cappellini e T-shirt stampate rappresentano un fenomeno di attualità sociale.
In realtà, non si vuole cancellare il trascorrere degli anni soltanto nell'apparenza: si cerca di cancellarlo anche dalla coscienza. Senza Dio, senza impegni importanti, gli adulti più giovani si piegano o fuggono verso scenari dove possono travestirsi da altri personaggi, come spesso fanno i bambini.Essere come un bimbo equivale ad avere la possibilità di godere delle piccole cose, di affrontare il lavoro come un gioco e di confondere i giochi con l'esperienza della vita.

Vicente Verdù, Pianeta McTerra, Sperling & Kupfer, pagg. 49-50 

 
blog di Vicente Verdù (ah, se solo sapessi lo spagnolo!)




5 commenti:

monteamaro ha detto...

Ungaretti a "Conciliare Stanca" è una bella sorpresa, -Natale- poi, credo rappresenti fedelmente il desiderio profondo che, ci pervade sempre in prossimità delle "Feste"
ma, che non ci è dato più vivere.
Ugualmente Vicente Verdù (che non conoscevo) descrive una realtà triste: Siamo tutti possibili cattivi interpreti, di ancora più scaduti e scadenti, cinepanettoni natalizi... ci sarà una via di fuga?
Se la scopri, ricordati di monteamaro... ci conto!
Abbraccio!
Che dici,

giorgio ha detto...

Se non fai crescere un bambino rimarrà dipendente da te tutta la vita e tu avrai un ruolo e potere su di lui.
Allo stesso modo, se chi ci governa e ha il potere fa di tutto per farci restare bambini (tv demenziali, ecc.), noi non avremo mai una visione critica della vita e dipenderemo a vita da "genitori politici" che avranno modo di fare i propri interessi senza nessuno che abbia la forza e la voglia di ribellarsi.
Giorgio

lucida follia ha detto...

@monteamaro: forse la riflessione critica e la consapevolezza sono già una via di fuga, o almeno un tentativo, non credi?

@giorgio: come al solito i tuoi commenti sono molto stimolanti e mi hanno suggerito tantissime riflessioni (che chissà se avrò mai il tempo di far diventare post...).
Intanto però mi preme una domanda, che nasce anche dalla mia esperienza di madre: ma davvero i bambini sono così totalmente privi di autonomia nei confronti dei genitori? O non hanno piuttosto, malgrado tutte le possibili limitazioni imposte dai genitori, comunque un margine per affermare sé stessi?

giorgio ha detto...

Assolutamente sì.
Io ho visto figli di genitori psicotici, cioè piuttosto mattocchi e scombinati, crescere e mantenersi sopra la linea di galleggiamento e tante volte mi sono chiesto: come hanno fatto, con una famiglia così terribile? E la risposta è: dentro di loro c'è una forza loro propria che è riuscita a non farsi massacrare.
I pericoli più grossi però vengono forse dai sensi di colpa, perchè per salvarsi spesso i bambini diventano ciò che vogliono i genitori. Questo accade anche quando un bimbo sente che la madre potrebbe squilibrarsi se lui facesse il bimbo normale, cioè anche un po' monello e diventa un "bravo bambino" per necessità.

giorgio ha detto...

Buone feste!
Giorgio