volte, non c'e' nulla di piu' sensato che essere tristi; quotidianamente
succedono cose, agli altri o a noi, per cui non c'e' rimedio, o per megliodire, per cui c'e' quell'unico e antico rimedio di sentirsi tristi.
Non lasciare che ti prescrivano allegria, come chi ordina un ciclo di
antibiotici o dei cucchiai di acqua di mare a stomaco vuoto. Se lasci che
trattino la tua tristezza come una perversione o, nel migliore dei casi,
come una malattia, sei perduta; oltre ad essere triste ti sentirai in colpa.
E non hai colpa di essere triste. Non e' normale sentire dolore quando ti
tagli? Non ti brucia la pelle dopo una frustata? ... Vivi la tua tristezza,
palpala, sfogliala nei tuoi occhi, bagnala di lacrime, avvolgila nelle grida
o nel silenzio, copiala nei quaderni, segnala sul tuo corpo, fissala nei
pori della tua pelle. Infatti, solo se non ti difendi fuggira', a momenti,
in un altro posto che non e' il centro del tuo dolore intimo.
E per degustare la tua tristezza devo consigliarti anche un piatto
malinconico: cavolfiore nella nebbia. Si tratta di cuocere quel fiore bianco
e triste e consistente, col vapore acqueo. Lentamente, con lo stesso odore
dell'alito che emana la bocca nei lamenti, si cuoce fino ad intenerirsi. E,
avvolto nella nebbia, nel suo vapore fumante, aggiungigli olio di oliva e
aglio e un po' di pepe, e salalo con lacrime che siano tue. E assaporalo
lentamente, mordendolo con la forchetta, e piangi di piu' e piangi ancora,
che alla fine quel fiore andra' succhiando la tua malinconia senza lasciarti
asciutta, senza lasciarti tranquilla, senza rubarti l'unica cosa tua in quel
momento, l'unica che nessuno potra' ormai toglierti, la tua tristezza, ma
con la sensazione di aver condiviso con quel fiore immarcescibile, con quel
fiore assurdo, preistorico, con quel fiore che i fidanzati non chiedono mai
dai fiorai, con quel fiore del cavolo che nessuno mette nei vasi, con
quell'anomalia, con quella tristezza fiorita, la tua tristezza di
cavolfiore, di pianta triste e malinconica".
Hector Abad Faciolince - Trattato di culinaria per donne tristi, Sellerio 1997
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